Pacific rim e l’imprinting nagaiano

I tempi erano più che maturi affinché la cosmogonia del mecha approdasse al cinema non in anime ma con attori in carne ed ossa. D’altronde il top della tecnologia effettistica digitale è americano e in America i cartoni di Go Nagai non hanno fatto l’imprinting a generazioni di ragazzini come in Italia. Forse nemmeno l’autore Guillermo del Toro si è reso conto dell’importanza dell’operazione, per lui e per molti commentatori di questi giorni Pacific Rim è solo un nuovo episodio del genere kaiju, ormai da tempo (vedi Godzilla anni ‘90) rivitalizzato da Hollywood. Ma per gli attempati ex (molto ex) bambini italiani anni ‘70/‘80 un film così è un evento epocale: Raleigh e Maku che scendono nella testa di Gipsy Danger sono Actarus che si cala in Goldrake; il gomito-pugno aiutato dal reattore è discendente diretto del “maglio perforante”; la spada che esce dal braccio del jeager è la stessa che il Grande Mazinger si estraeva dalla gamba; il raggio sparato dal petto, beh... “attacco solare, energia!”; e quando un kaiju (ciascuno dotato di nome che nello specifico ora non ricordo, come da insegnamento nagaiano) ha la metamorfosi da anfibio a enorme pterodattilo, si intravede la strada da percorrere per i sequel, con i jeager che come per i mecha di Nagai potrebbero (devono!) evolvere tramite nuovi “giocattoli”, tipo le ali che Mazinga Z non aveva e il suo “upgrade” Grande Mazinger sì. A proposito: qualsiasi etimologia vi trovi Google, jaeger deriva da jeeg, non scherziamo!

Colin McKenzie
Voto 7,5: countdown già partito per dei sequel come si deve.

Pacific Rim - Coppa gelato gusti misti

Il fatto è questo: io di robottoni non ci ho mai capito nulla. Ma prima di insultarmi lasciatemi dire la mai. Negli anni '80 ero un ragazzino parcheggiato felicemente dai nonni tutto il pomeriggio e la prima serata. Su qualche emittente privata, sintonizzata sul canale 17, la sera trasmettevano roba giapponese. Di solito c'erano dentro dei robot, di varie forme e dimensioni. A me francamente non importava molto del tipo di robot, la cosa essenziale era che la trama seguisse quella struttura così collaudata.

  1. Tutti felici e contenti
  2. Mostro in avvicinamento
  3. Combattimento con il robot di turno (invariabile mossa finale)
  4. Tutti felici e contenti (fino al prossimo mostro)
Grazie a questo modo disinteressato di gustarmi i robot, non saprei distinguere il Daitarn da un Gundam o da un (che so?) Voltron. Credo che lo stesso sia successo al buon Guillermo, regista di Pacific Rim. Questi robottoni hanno tutti quello che avevano i loro antenati: un bel minestrone (ma dato il periodo meglio parlare di coppa gelato) gusti misti.
Il film conferma varie idee che mi stanno girando in testa:
  1. Il livello tecnico non è più un problema. I mostri che ho visto in sala sono più plausibili e verosimili di certe facce che mi girano attorno.
  2. La trama conta poco, basta che si parli almeno una volta di ambientalismo e una volta di clonazione (prego vedersi la produzione recente di fantascienza Oblivion, After Earth per dire)
  3. L'impressione generale è sempre quella di trovarsi di fronte a un ottimo mix (meravigliosamente confezionato) di cose già viste e fuori tempo massimo. Qui per dire hanno fatto il mischione tra il Gundam (con una spolverata di Evangelion) e Godzilla.
Ma deve essere chiara una cosa: non è stato affatto male, anzi io l'avrei preferito ancora più "ignorante". Botte da orbi per due ore. Sarei stato certo più contento, a patto che alla fine tutti fossero felici e contenti...

... in attesa della prossima apocalisse.

Voto: 6
Davide Mazzocchi

Star Trek visto da chi non capisce

Ci sono due scene nel film che mi hanno spiazzato. Non tanto per il contenuto ma per la mancanza di qualcosa. Per farla breve:
  1. Scena d'apertura. Kirk e Spock che ne stanno facendo di ogni (ma si può direi in italiano?) sul pianeta di trogloditi e a un certo punto l'Enterprise salta fuori dall'oceano.
  2. Scena verso il finale in cui Spock mena le mani su un mezzo volante a velocità folle e lui e il suo nemico saltano ovunque.
Non trovate che manchino un paio di elementi? Su, fate uno sforzo e pensateci un po'. Lo so che ci state arrivando anche voi. Vi ha stupito non vedere il Millenium Falcon uscire dall'acqua vero? E il fatto che il combattimento fosse a mani nude e senza spade laser. Dai, non fate quella faccia lì, lo sapete che ho ragione e che in fondo nessuno ha il coraggio di dirlo.

Lo dico io allora. Questo Star Trek è tutto ciò che i nuovi Star Wars avrebbero dovuto essere. Ok l'ho detto, liberi di dissentire, ma rispettate almeno il coraggio.

Fatto sta che siamo andati a vedere un ottimo film di fantascienza con continui colpi di scena, con un nemico vero e bello, con l'azione, con le astronavi (e che astronavi!), con la diplomazia, con i personaggi, quelli che piacciono a noi, quelli con lo spessore che meritano. Kirk, signori, Kirk è un ottimo personaggio perché ispira carisma e fiducia. Se lui dice che c'è da andare si va e basta. Spock è ottimo e completa il quadro famigliare. Mi è piaciuto, ma davvero tanto e io di Star Trek non ci capisco nulla. Ma mi è piaciuto così tanto che il suo ricordo è riuscito a farmi sopportare tre ore di Superman, visto subito dopo per la felicità del botteghino, in una serata di delirio collettivo. Ma questa è un'altra faccenda.

Voto: 8
Davide Mazzocchi